Pubblicazione di alcuni messaggi pervenuti in Redazione.
16/11/2023
Buongiorno sono Valter Canale, fin da piccolo ho sentito parlare di mio nonno CANALE ATTILIO che era morto in guerra ma non avevo altre notizie in merito. Alla morte di mia nonna ho trovato in un cassetto una lettera in cui gli si comunicava che suo marito era disperso in guerra, a causa dell'affondamento della nave "NOVA SCOTIA". Ho cercato in questi anni tramite internet, notizie su questa
tragedia e ho trovato, tra i nomi delle persone decedute nell'affondamento, quello di mio nonno.
Oggi, ho trovato la vostra pagina, che con grande particolarità' di notizie racconta la tragedia di questo affondamento.
Grazie, per aver raccontato alle generazioni future l'orrore della guerra.
Valter Canale
28/08/2023
Buonasera,
Sono Liliana Fiore figlia di Vittorio Fiore deceduto sulla Nave Nova Scotia nel 1942.
Io sono nata ad Asmara il 18/11/1942 e mia mamma era in Ospedale per il parto, per cui mio padre non mi ha conosciuta.
Ritornate in Italia nel 1943
e vissute dai nonni materni e poi trasferite a Milano nel 1958 con questo dolore che ancora oggi provo.
Ho avuto modo di andare ad Asmara ho visto sia l'abitazione dove vivevano, la Chiesa del loro matrimonio e il mio battesimo e devo dire città stupenda.
Vi ringrazio molto per ricordare questo giorno, mentre il nostro Mattarella, nonostante la mia richiesta per ricordare la tragedia, non ho avuto risposta in quanto il segretario doveva cercare in archivio come ho fatto io. Lo trovo disgustoso.
A voi ancora grazie infinite.
Cordialmente
Liliana Fiore
21/06/2023
Da qualche mese sto recuperando i dati di dispersi e caduti del mio paese, Fara Vicentino. All'anagrafe comunale ho trovato un Laverda Antonio, caduto il 28 novembre 1942, nessun altro dato, potevo solo usare la data per proseguire le ricerche; avevo pensato alla possibilità di un disperso in mare (ho altri casi, il Crispi, il Colleoni, il Da Vinci, l'Oria e il Galilea) ma non avrei mai pensato ad una nave britannica con centinaia di POW italiani affondata da un U-boot tedesco, al Sud Africa, alla nave portoghese, al Mozambico, alla lapide ad Asmara.
Grazie!
(Nella lista pare che Laverda Antonio sia di Padova; è di Fara Vicentino, precisamente della frazione di San Giorgio di Perlena, il nome è annotato per l'appunto nel monumento ai caduti della frazione)
Brazzale Francesco
18/06/2023
Mio zio Luigi Lilliu era il più piccolo di sei fratelli. Aveva solo 19 anni quando fu fatto prigioniero ad Addis Abeba e caricato sulla Nova Scotia. Mia nonna Carmela per tutta la vita ha pensato al suo piccolo Luigi illudendosi che potesse essersi salvato.
Lilliu Rita
23/02/2023
Come promesso, invio la foto del mio nonno materno (Barone Giovanni) che perí con l'affondamento del "piroscafo" (come lo menzionava la mia nonnina Palmisina , fino agli ultimi anni di vita!).
Naturalmente, se avete notizie più dettagliate, mia mamma Graziella ne sarebbe grata assai assai.
Ho trovato anche questa copia di documento nei pochi fascicoli in mio possesso.....
Rocco Ortuso
19/02/2023
Buongiorno,
ho letto con interesse il vostro appello del naufragio Nova Scotia ,conosco questa “storia” fin da bambino .
Mio zio Enrico Colombo prima della guerra viveva ad Asmara, rientrato in Italia dopo la guerra era spesso a casa nostra a Milano e i suoi racconti ”africani” mi hanno stregato.
Tra questi il racconto degli italiani fatti prigionieri dagli inglesi dopo la battaglia di Keren che venivano imbarcati.
Mio zio Enrico Colombo è’ stato caricato sul treno x Massaua a destinazione nave Nova Scotia.
Alla prima fermata un ufficiale inglese lo chiamò’ facendolo scendere e lo riportò' ad Asmara.
Seppe poi che i suoi amici eritrei « Tagliero », rivenditori Fiat, avevano convinto gli inglesi che lui fosse l’unico esperto di pompe diesel e che senza di lui si sarebbero fermati i camion ! Naturalmente felice fin che non ha saputo del terribile naufragio …..
vi allego vecchi articoli con storie simili all’affondamento del Laconia e del Galileo.
Molto bella la vostra iniziativa.
Distinti saluti
Vittorio Parigi
16/02/2023
Innanzitutto grazie per la vostra commovente e preziosa iniziativa.
Vi inviamo con piacere uno scarno ricordo e l’unica immagine che abbiamo di questo caro zio che non abbiamo mai conosciuto, il Prof. Dott. Antonino Caridi, riportato come Caridi Antonio negli elenchi delle vittime nella chiesa di S. Rita di Adi Quala in Eritrea e come Cariddi Antonino nelle lapidi del sacrario di Pietermaritzburg in Sudafrica.
Antonino Caridi era nato a Gallico Marina (Reggio Calabria) il 27 maggio del 1905. Laureatosi in medicina e chirurgia e specializzatosi in ostetricia e ginecologia presso l’Università degli studi di Roma, iniziò ad esercitare la sua professione ad Udine.
L’avventura africana iniziò nel 1936. Prima di essere preso prigioniero da civile, era Primario di Ostetricia e Ginecologia dell'Ospedale Regina Elena di Asmara; di quel periodo non abbiamo altre informazioni, foto o ricordi.
Perì nel naufragio quando aveva solo 37 anni. Le nostre notizie sull'avvenimento sono quelle dei pochi racconti dei superstiti che riportano che, in quanto medico, fu ospitato dagli ufficiali inglesi a bordo di una delle prime scialuppe che si tentò di calare in mare a poppa mentre la Nova Scotia stava per affondare, che purtroppo una delle funi della scialuppa restò impigliata nella Nova Scotia e che il risucchio del gorgo provocato dall'affondamento trascinò a fondo la scialuppa con gli occupanti.
“A cinque braccia sul fondo
È sepolto
Son fatte coralli le sue ossa
Due perle son fatti i suoi occhi.
Ma nulla di lui va disperso
Ché un sortilego del mare
Lo va tramutando in qualcosa
Di ricco e strano.
Le ninfe del mare a ogni ora
Rintoccano a morte per lui.”
da La tempesta di Shakespeare
Finì così tragicamente per Antonino Caridi l’avventura africana iniziata insieme al fratello Domenico, ufficiale di cavalleria e poi Regio Residente ad Adola, Regione dei Galla e Sidamo (Etiopia).
Allo scoppio della guerra i due fratelli si persero di vista e non si rividero più. Mentre Antonino andava incontro al suo destino sulla Nova Scotia, Domenico, internato come prigioniero di guerra in Kenia, riuscì a tornare in Italia solo anni dopo la fine della guerra.
L’unica immagine rimastaci di nostro zio Antonino e che con piacere vi inviamo lo ritrae prima della guerra a Trieste (lo si vede sul molo del porto).
Purtroppo non abbiamo altro di lui, a parte il grande rimpianto di non averlo mai conosciuto se non attraverso i racconti pieni di dolore per la perdita di un fratello tanto amato e tanto sfortunato delle sorelle Angelina e Grazia e del fratello Domenico, nostro padre.
Natale, Enza e Adele Caridi
13/02/2023
Buongiorno... un grazie di cuore agli autori del sito, che consente di aver conoscenza di quella tragedia e rivolgere un pensiero ai nostri cari... al mio nonno materno Semeraro Nicola, tra i dispersi del naufragio...
Gianni Derrico
04/02/2023
Buonasera. vi invio con piacere foto di Giuseppe Antonio Parisi, riportato come Antonio sui vari monumenti commemorativi.
nato a Taurisano (lecce) il 12 – giugno -1985. Fu preso prigioniero da civile a Gondar (Etiopia) e nel momento del naufragio aveva 57 anni.
Silvano Caroli
05/01/2023
VORREI INFORMAZIONI PER POTER PARTECIPARE ALLA COMMEMORAZIONE ANNUALE DEI CADUTI DELLA NOVA SCOTIA, ( ANCHE EVENTUALENTE CON ASSOCIAZIONI)
UNO DEI CADUTI ITALIANI IL N. 626 DELL'ELENCO VITTIME, ERA MIO ZIO. CON IL MIO STESSO NOME.
INVIARE INFORMAZIONI email: vaccario@hotmail.com GRAZIE!
Vaccario Giuseppe
27/11/2022
Grazie per questa iniziativa che non conoscevo. Ricordare queste tragedie è importante, specie per un popolo con poca memoria come quello italiano. Nel 2018 ho cercato di commemorare il centenario dell’affondamento, da parte di un sommergibile tedesco, della nave Tripoli al largo di Golfo Aranci in Sardegna. Le vittime furono quasi 300 tra le quali mio nonno ufficiale di macchina.
Le mie sollecitazioni non sono state raccolte da nessuna autorità e il 17 marzo 2018, a 100 anni da quella tragica vicenda, ci siamo ritrovati in pochi parenti sugli scogli di Capo Figari per lanciare un fiore in memoria delle vittime.
Massimo Romano
27/11/2022
Una tragica storia che non conoscevo...Onore ai tanti caduti.
Una tragedia che dovrebbe servire da monito per le generazioni attuali e future sull'inutilità della guerra...
Nicola
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