MESSAGGI RICEVUTI DAI LETTORI (da novembre 2022)

Pubblicazione di alcuni messaggi pervenuti in Redazione.


23/02/2023

 

Come promesso, invio la foto del mio nonno materno (Barone Giovanni) che perí con l'affondamento del "piroscafo" (come lo menzionava la mia nonnina Palmisina , fino agli ultimi anni di vita!).

Naturalmente, se avete notizie più dettagliate, mia mamma Graziella ne sarebbe grata assai assai.

Ho trovato anche questa copia di documento nei pochi fascicoli in mio possesso.....

 

Rocco Ortuso



19/02/2023

 

Buongiorno,

ho  letto con interesse il vostro appello del naufragio Nova Scotia ,conosco questa “storia” fin da bambino .

Mio zio Enrico Colombo prima della guerra viveva ad Asmara, rientrato in Italia dopo la guerra era spesso a casa nostra a Milano e i suoi racconti ”africani” mi hanno stregato. 

Tra questi il racconto degli italiani fatti prigionieri dagli inglesi dopo la battaglia di Keren che venivano imbarcati.

Mio zio Enrico Colombo è’ stato caricato sul treno x Massaua a destinazione nave Nova Scotia.

Alla prima fermata un ufficiale inglese lo chiamò’ facendolo scendere e lo riportò' ad Asmara.

Seppe poi che i suoi amici eritrei « Tagliero », rivenditori Fiat, avevano convinto gli inglesi che lui fosse l’unico esperto di pompe diesel e che senza di lui si sarebbero fermati i camion ! Naturalmente felice fin che non ha saputo del terribile naufragio …..

vi allego vecchi articoli con storie simili all’affondamento del Laconia e del Galileo.

Molto bella la vostra iniziativa.

Distinti saluti

 

Vittorio Parigi


16/02/2023

 

Innanzitutto grazie per la vostra commovente e preziosa iniziativa.

 

Vi inviamo con piacere uno scarno ricordo e l’unica immagine che abbiamo di questo caro zio che non abbiamo mai conosciuto, il Prof. Dott. Antonino Caridi, riportato come Caridi Antonio negli elenchi delle vittime nella chiesa di S. Rita di Adi Quala in Eritrea e come Cariddi Antonino nelle lapidi del sacrario di Pietermaritzburg in Sudafrica.

 

Antonino Caridi era nato a Gallico Marina (Reggio Calabria) il 27 maggio del 1905. Laureatosi in medicina e chirurgia e specializzatosi in ostetricia e ginecologia presso l’Università degli studi di Roma, iniziò ad esercitare la sua professione ad Udine.

 

L’avventura africana iniziò nel 1936. Prima di essere preso prigioniero da civile, era Primario di Ostetricia e Ginecologia dell'Ospedale Regina Elena di Asmara; di quel periodo non abbiamo altre informazioni, foto o ricordi.

Perì nel naufragio quando aveva solo 37 anni. Le nostre notizie sull'avvenimento sono quelle dei pochi racconti dei superstiti che riportano che, in quanto medico, fu ospitato dagli ufficiali inglesi a bordo di una delle prime scialuppe che si tentò di calare in mare a poppa mentre la Nova Scotia stava per affondare, che purtroppo una delle funi della scialuppa restò impigliata nella Nova Scotia e che il risucchio del gorgo provocato dall'affondamento trascinò a fondo la scialuppa con gli occupanti.

 

“A cinque braccia sul fondo

È sepolto

Son fatte coralli le sue ossa

Due perle son fatti i suoi occhi.

Ma nulla di lui va disperso

Ché un sortilego del mare

Lo va tramutando in qualcosa

Di ricco e strano.

Le ninfe del mare a ogni ora

Rintoccano a morte per lui.”

 

da La tempesta di Shakespeare

 

Finì così tragicamente per Antonino Caridi l’avventura africana iniziata insieme al fratello Domenico, ufficiale di cavalleria e poi Regio Residente ad Adola, Regione dei Galla e Sidamo (Etiopia).

Allo scoppio della guerra i due fratelli si persero di vista e non si rividero più. Mentre Antonino andava incontro al suo destino sulla Nova Scotia, Domenico, internato come prigioniero di guerra in Kenia, riuscì a tornare in Italia solo anni dopo la fine della guerra.

 

L’unica immagine rimastaci di nostro zio Antonino e che con piacere vi inviamo lo ritrae prima della guerra a Trieste (lo si vede sul molo del porto).

Purtroppo non abbiamo altro di lui, a parte il grande rimpianto di non averlo mai conosciuto se non attraverso i racconti pieni di dolore per la perdita di un fratello tanto amato e tanto sfortunato delle sorelle Angelina e Grazia e del fratello Domenico, nostro padre.

 

Natale, Enza e Adele Caridi

Dott. Prof. Antonino Caridi
Dott. Prof. Antonino Caridi

13/02/2023

 

Buongiorno... un grazie di cuore agli autori del sito, che consente di aver conoscenza di quella tragedia e rivolgere un pensiero ai nostri cari... al mio nonno materno Semeraro Nicola, tra i dispersi del naufragio...

 

Gianni Derrico


04/02/2023

 

Buonasera. vi invio con piacere foto di Giuseppe Antonio Parisi,  riportato come Antonio sui vari monumenti commemorativi.

nato a Taurisano (lecce) il 12 – giugno -1985. Fu preso prigioniero da civile a Gondar (Etiopia) e nel momento del naufragio aveva 57 anni.

 

 

Silvano Caroli



27/11/2022

 

Grazie per questa iniziativa che non conoscevo. Ricordare queste tragedie è importante, specie per un popolo con poca memoria come quello italiano. Nel 2018 ho cercato di commemorare il centenario dell’affondamento, da parte di un sommergibile tedesco, della nave Tripoli al largo di Golfo Aranci in Sardegna. Le vittime furono quasi 300 tra le quali mio nonno ufficiale di macchina.

Le mie sollecitazioni non sono state raccolte da nessuna autorità e il 17 marzo 2018, a 100 anni da quella tragica vicenda, ci siamo ritrovati in pochi parenti sugli scogli di Capo Figari per lanciare un fiore in memoria delle vittime.

 

Massimo Romano